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La controversia decisa dalla Corte Suprema con l’importantissima sentenza n° 35 del 10 maggio 2017 chiarisce come debba essere interpretato, secondo la legge inglese, il concetto di safe port comunemente contenuto nei contratti di impiego delle navi.
La rinfusiera “Ocean Victory” aveva ricevuto dai noleggiatori ordine di dirigersi verso il porto giapponese di Kashima, ove sono usuali e ben conosciute condizioni meteorologiche caratterizzate da venti molto forti o da mareggiate con onda lunga.
Ciò nonostante, nella storia del porto le condizioni meteorologiche appena riferite non si erano mai verificate congiuntamente.
E’ proprio in conseguenza di questa straordinaria contemporaneità che le parti della controversia in questione si sono fronteggiate fino all’ultimo grado di giudizio, confrontandosi in merito alla corretta interpretazione del concetto di safe port.
Con la sentenza in commento la Corte Suprema ha confermato la decisione della Corte d’Appello, condividendo l’interpretazione in precedenza data da quest’ultima, in termini che si possono sintetizzare come segue.
Il momento in cui deve essere valutato e stabilito se un porto sia o meno sicuro a termini di contratto è quello in cui il porto viene nominato.
Ciò deve essere fatto mediante una valutazione prognostica. Quest’ultima, però, non deve essere compiuta tenendo conto di ogni e qualsiasi evento avverso che si possa ipoteticamente verificare nel porto nominato, bensì limitandosi a considerare le circostanze normalmente prevedibili.
La controversia è stata decisa della Corte Suprema proprio in considerazione del fatto che le due condizioni meteorologiche sopra riferite non si erano mai verificate prima congiuntamente. Di conseguenza nella sentenza si afferma che questo poteva ritenersi un evento anormale, quindi non prevedibile, cosicché il porto doveva essere considerato sicuro a termini di contratto.
Secondo la Corte, per stabilire in via generale se un porto possa essere qualificato come “sicuro” a termini di contratto, occorre porsi il seguente quesito: se un armatore mediamente prudente, facendo uso dell’ordinaria diligenza, si fosse trovato ad operare la nave per proprio conto nelle stesse condizioni, si sarebbe diretto in quel porto?
Ebbene, ad avviso della Corte Suprema inglese, ogni qual volta la risposta a questa domanda sia “sì, fatto salvo il caso in cui si verifichi un evento anormale” significa che, a priori, il porto nominato può essere qualificato come “safe port” a termini di contratto.
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The dispute decided by the Supreme Court with its decision n° 35 of 10th May 2017 clarifies how the notion of safe port, commonly contained in contracts for employment of vessels, must be construed under English law.
The bulk carrier “Ocean Victory” was ordered by her Charterers to sail to the Japanese port of Kashima, where weather conditions marked by strong winds or long swells were common and well known.
Notwithstanding, in the history of that port, the above mentioned weather conditions never occurred at the same time.
It is exactly in consequence of such an extraordinary coincidence in time that the parties to the dispute at issue confronted themselves until the latest proceedings, arguing about the correct construction of the safe port notion.
Through the decision at issue the Supreme Court upheld that of the Court of Appeal, sharing the reasoning previously followed, in terms which we can summarize as follows.
The moment when it must be considered and decided whether or not a port is safe according to the terms of the contract is at the time of nomination of the port.
This must be done through a test of foreseeability. This test, however, must be carried out taking into account only circumstances ordinarily foreseeable.
The dispute was decided by the Supreme Court on grounds that the two above mentioned weather conditions never occurred before at the same time. In the judgment it is said that such an event could be considered abnormal, thus not foreseeable, and that, as a consequence, the port could be considered safe under the contract.
The Supreme Court said that, to decide in general terms whether or not a port can be considered “safe” under a contract, the question to be answered should be the following: would a reasonable shipowner, trading the vessel on his own account in the same conditions, sail to that port?
According to the Supreme Court, each time that the answer to this question would be “yes, unless an abnormal event occurs” it means that the nominated port can be considered as a “safe port” under the contract.
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